2015 STATI GENERALI DELLE DONNE 12 settembre 2015-Sala Rosa della Regione-Trento
2015 ULTERIORE RIFLESSIONE SULLA DOPPIA PREFERENZA DI GENERE INVIATA AI GIORNALI LOCALI
2015 LETTERA AI GIORNALI LOCALI SULLA DOPPIA PREFERENZA DI GENERE
2014 LETTERA AI GIORNALI LOCALI IN SOLIDARIETA' ALLA CONSIGLIERA COMUNALE AICHA MESRAR
2014 LETTERA AI GIORNALI LOCALI SULLE QUOTE DI GENERE
2014 APPOGGIO ALLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
2014 SULLA RAPPRESENTANZA DI GENERE NELLA LEGGE ELETTORALE PROVINCIALE
.... UNA AUSPICABILE FUTURA PRIMA PAGINA DI UN QUOTIDIANO TRENTINO ...
2013 PROPOSTA CPO CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE DEI PARITITI
2013 POLITICA E PARITA' LA DEMOCRAZIA CHE VOGLIAMO
2013 LETTERA AI GIORNALI SU MANCATA SOSTITUZIONE DELLA MINISTRA JOSEFA IDEM
2013 LETTERA AI GIORNALI SU CONVENZIONE DI ISTANBUL
2013 RINGRAZIAMENTO AI CANDIDANTI ADERENTI AL DOCUMENTO D.I.RE.
2013 OSSERVAZIONI sulle ELEZIONI POLITICHE NAZIONALI
2012 DEDICA A MIRIAM MAFAI
2012 INTERVENTO alla presentazione del libro PASSIONI di Anna Verna
2012 COMUNICATO STAMPA post approvazione LEGGE provinciale PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLE PARI OPPORTUNITA'
2012 OSSERVAZIONI Varie Associazioni sul DDL provinciale PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLE PARI OPPORTUNITA'
2012 OSSERVAZIONI Coordinamento Donne sul DDL provinciale PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLE PARI OPPORTUNITA'
2012 INTERVENTO sulla staffetta IDEE E PROPOSTE PER LA RAPPRESENTANZA DI GENERE presentata dalla CPPO
2011 LETTERA AI GIORNALI LOCALI SUL GOVERNO MONTI
2011 LETTERA AI GIORNALI SULLE ESTERNAZIONI DEL MINISTRO SACCONI
2011 LETTERA AI GIORNALI LOCALI SUL REFERENDUM DEL 12-13 GIUGNO 2011
2009 LETTERA DI DELIA VALENTI COORDINAMENTO DONNE DI TRENTO INVIATA AI GIORNALI ADIGE E TRENTINO E PUBBLICATA.
In un Trentino che abbiamo scoperto, in occasione della recente assegnazione di questa onorificenza, misteriosamente privo di donne cavaliere del lavoro e che può vantare in consiglio provinciale la presenza di ben quattro donne, la mancanza di una candidata sindaca non dovrebbe stupire più di tanto, ma indignare, sì. E a maggior ragione quando a privarci di questa possibilità sono i partiti del centrosinistra che più hanno detto di voler fare del nuovo la loro grande forza, facendo intendere che in questo nuovo ci fosse anche l'impegno a sanare quel deficit di democrazia rappresentato dalla mancanza di donne nei luoghi di decisione sulla cosa pubblica. Alla prova dei fatti l'impegno al 50 e 50 sia nelle liste elettorali delle scorse elezioni provinciali sia nelle candidature a posti di responsabilità in cui rientra sicuramente quello di sindaco, si è velocemente ridimensionato fino a cessare del tutto; le lobby maschili hanno mantenuto intatto il loro potere di veto e, ancora una volta, a farne le spese è la democrazia ridotta a farsa nei momenti in cui maggiormente dovrebbe potersi liberamente esprimere come nelle primarie per la scelta di candidati e candidate(?). Fuorvianti e opportunistiche risultano poi essere le motivazioni addotte sulla mancanza di rappresentanza politica delle donne quando si precludono sistematicamente loro quei posti di responsabilità e di visibilità indispensabili per raggiungerla. Se a tutto ciò si aggiunge che, a livello nazionale, i partiti del centrodestra hanno inopinatamente deciso di stralciare dal decreto sulla sicurezza l'emendamento sulla possibilità, da lungo, troppo tempo, attesa, di perseguire come reato lo stalking (continue e assillanti molestie generalmente da parte di un ex partner) e di aumentare le pene in caso di violenza domestica, come donne non possiamo che rimanere, non solo metaforicamente, senza parole. Forse è il caso di sostituirle con l'azione.
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"SIAMO USCITE DAL SILENZIO"
Documento delle associazioni femminili
A.D.ELE Associazione Donne Elettrici, ACISYF – CASA TRIDENTINA DELLA GIOVANE, AZZURRO DONNE, COORDINAMENTO DONNE DI TRENTOI, COORDINAMENTO PROVINCIALE DONNE ACLI, FIDAPA, GRUPPO DONNE RENDENA, LA VOCE DELLE DONNE DI CAVALESE, MAFALDA, SLOW-SPORT – LENTE MA CONTENTE, SOROPTIMIST INTERNATIONAL CLUB DI TRENTO, ARCILESBICA “l'ALTRA VENERE”, ASSOCIAZIONE DONNE IN COOPERAZIONE, COOPERATIVA TAGESMUTTER – IL SORRISO,
COORDINAMENTO DONNE PENSIONATE SPI CGIL e DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE PER LE PARI OPPORTUNITA' TRA UOMO E DONNA
“ In tema di promozione di un'equa rappresentanza di genere ”
per l'audizione del 26 settembre 2007
La questione della scarsa presenza femminile nei luoghi della politica è un dato che, a sessant'anni dall'acquisizione dei diritto di voto da parte delle donne, fa registrare una sconfitta per la stessa democrazia. Il riequilibrio della rappresentanza di genere è un elemento essenziale per la realizzazione di una democrazia piena ed effettiva; è la democrazia stessa che chiede una presenza più paritaria, e il grado di partecipazione femminile alla vita pubblica può senz'altro essere letto come indice del grado di democratizzazione del nostro sistema politico.
Le basi di legittimità delle azioni atte a favorire un'equa presenza di genere nella rappresentanza sono contenute nella Carta costituzionale. La lettura combinata dei nuovi articoli 51 e 117 della Costituzione, inoltre, non lascia spazio a dubbi, sul fatto che misure promozionali di un'eguale partecipazione di donne e uomini alla vita pubblica non sono solo legittime, ma ancor prima doverose .
L'art. 51, infatti, afferma che “ t utti i cittadini dell'uno e dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità fra uomini e donne ”
In particolare, poi, l'art. 117, al comma 7 stabilisce che “ l e leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive ”. Non si può quindi ignorare come la Costituzione individui nella legislazione regionale uno strumento di attuazione specifico per il riequilibrio della rappresentanza.
Ad eliminare qualsiasi residua incertezza sulla costituzionalità di disposizioni che promuovono le pari opportunità nella rappresentanza è intervenuta la sentenza n. 49/2003 della Corte costituzionale relativa alla legge elettorale della regione Valle d'Aosta. Ma la formulazione dei citati articoli della Costituzione va ben al di là di questo, imponendo misure di questo tipo, pena l'incostituzionalità di quelle normative che evitano di dare loro attuazione.
Sulla base di tali considerazioni, che collocano la questione della partecipazione egualitaria sul terreno dei diritti costituzionalmente garantiti e dei doveri di una democrazia compiuta, le associazioni femminili del Trentino si mobilitano per sostenere la riforma della legge provinciale 5 marzo 2003, n. 2 (Norme per l'elezione diretta del Consiglio provinciale di Trento e del Presidente della Provincia), per quanto riguarda in particolare l'introduzione del principio di parità di genere nella formazione delle liste elettorali attraverso la previsione di quote riservate a ciascun genere.
A tale scopo le associazioni si propongono di coinvolgere in modo attivo la società civile, e intendono partecipare altresì a tutti i momenti istituzionali dell'iter per l'approvazione della citata modifica legislativa.
In questo contesto si inquadra la presente audizione davanti alla Prima Commissione permanente del Consiglio Provinciale, competente per l'esame dei disegni di legge di riforma della L.p. 2/2003, al fine di ribadire e sottolineare la necessità democratica di sostenere l'equità di genere nella rappresentanza. Si precisa inoltre che le associazione non mancheranno di presenziare ai lavori consiliari in aula, per sostenere il rispetto del diritto costituzionale ad una partecipazione egualitaria delle donne alla vita pubblica.
L'apporto che le associazioni femminili intendono offrire al Consiglio provinciale riguarda principalmente i seguenti punti:
- doverosità delle misure di riequilibrio
Le citate modifiche costituzionali pongono in capo al legislatore provinciale l'obbligo di adeguamento ad esse della legislazione provinciale . La previsione di misure di parità non è un opzione rimessa alla scelta del Consiglio provinciale, ma un obbligo. Al Consiglio resta solo la discrezionalità di scegliere tipo e dimensione dell'intervento di riequilibrio, peraltro a sua volta sindacabile sotto il profilo della ragionevolezza ed attitudine delle misure prescelte a raggiungere il risultato costituzionalmente imposto.
Non vi è dubbio infatti, per esempio, che una norma quale quella attualmente vigente sulla “comunicazione politica” (art. 26 l. p. n. 2/2003) non solo appare quasi ridicolmente blanda in funzione dell'obiettivo di riequilibrio, ma, in assenza di riserva specifica di posti in lista, finisce per divenire addirittura controproducente per il genere sottorappresentato. E' chiaro invero che i partiti non hanno alcun interesse a mettere in lista soggetti che poi li vincolano nel momento della distribuzione degli spazi di comunicazione. Ne consegue che la normativa attuale non soddisfa i i requisiti minimi di costituzionalità alla luce dei nuovi artt. 51 e 117 Cost. in quanto non prescrive alcun limite minimo di rappresentanza di genere (anche a tacere del fatto che, come visto, produce addirittura effetti potenzialmente sperequativi a danno del genere sottorappresentato). L'intervento di modifica legislativa dunque è assolutamente doveroso .
- urgenza
L'intervento è infatti poi anche del tutto urgente , stante che le norme attuative delle nuove previsioni costituzionali non possono non trovare applicazione fin dalla prossima tornata elettorale. Di conseguenza la relativa legge deve essere approvata in Consiglio al più tardi entro la fine del corrente anno, anche tenuto conto dei tempi necessari per l'eventuale referendum confermativo previsto dallo Statuto di autonomia sulle leggi elettorali.
- rischio di invalidazione delle elezioni per incostituzionalità della normativa applicata
E' appena il caso di sottolineare che, ove le modifiche auspicate non venissero introdotte per tempo, le stesse elezioni provinciali o quantomeno i loro risultati sarebbero a grave rischio di annullamento. Ogni atto della procedura elettorale sarebbe infatti suscettibile di contestazione davanti al giudice, il quale non potrebbe non sollevare la questione incidentale di incostituzionalità della legge provinciale per contrasto con gli artt. 51 e 117 Cost. In proposito le associazioni femminili che vengono oggi ascoltate dal Consiglio annunciano fin d'ora la propria intenzione di dare corso – nel caso di mancata approvazione della legge – ai necessari rimedi giurisdizionali
- merito della soluzione prescelta
Nel merito della scelta legislativa, le associazioni osservano che per la realizzazione di una parità reale sarebbe necessaria una eguale presenza di uomini e donne in lista (50%), tuttavia esse ritengono di poter sostenere – quanto meno in questa fase - la scelta dei due terzi, ossia la scelta operata da quelle proposte di legge (fra cui il ddl di iniziativa della Giunta Provinciale n. 229/XIII) che richiedono che in ciascuna lista di candidati nessuno dei due generi possa essere rappresentato in misura superiore a due terzi del numero dei candidati della lista. Ritengono infatti che si possa trattare della misura minima necessaria in funzione del raggiungimento dello scopo costituzionalmente prescritto.
- precisazione del concetto di lista ai fini del calcolo delle percentuali
Infine, sull'esperienza di quanto accaduto in applicazione della legge regionale sulle elezioni comunali, le associazioni ritengono necessario che la legge provinciale precisi esattamente che il concetto di lista al quale va fatto riferimento per il calcolo del rispetto delle percentuali prescritte non consenta di eludere la normativa di riequilibrio. Sulla base della formulazione testuale dell'art. 45 del t.u. n. 1L/2005, accade infatti, nelle elezioni per i Consigli comunali, che il calcolo venga operato sulla base del numero dei candidati “spettanti”, cioè del numero potenziale massimo di candidati inseribili nella lista, e non invece, come dovrebbe essere, del numero dei candidati effettivamente inseriti in lista (spesso inferiore a quello massimo ammissibile, con la possibilità che addirittura non risulti inserita alcuna donna). Si vuole evitare quindi che anche la nuova legge provinciale possa legittimare il medesimo meccanismo elusivo. A tale fine si propone che venga utilizzata la seguente formulazione: “ In ciascuna lista di candidati nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati effettivamente inseriti in lista ”.
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Articolo apparso su L'ADIGE IL 26-10-07
QUOTE ROSA, LEGGE A FEBBRAIO. PRESSIONE DELLE ASSOCIAZONI.
Arriverà a febbraio all'esame del consiglio provinciale il disegno di legge che prevede la modifica della legge per l'elezione del consiglio provinciale per introdurre le “ quote rosa” ovvero una presenza minima del 30% - questa è la percentuale indicata nel disegno di legge della giunta – di candidature femminili nelle liste.
E questo l'orientamento generale emerso ieri nella riunione dei capigruppo, anche se da parte delle opposizioni, in particolare di Nerio Giovanazzi (Forza Italia) c'è la richiesta di accompagnare questa discussione con quella di altre modifiche della legge elettorale, che però la maggioranza non si è mostrata fini ad ora disposta ad accettare.
Prima della riunione dei capigruppo i consiglieri avevano avuto un incontro con alcune associazioni di donne (coordinamento donne, gruppo A.d.ele, Mafalda e altre) che hanno sollecitato il consiglio provinciale ad approvare la riforma sulla rappresentanza di genere.
Giorgio Casagranda, capo gruppo della Margherita, ha confermato l'impegno della maggioranza a sostenere l'approvazione della riforma.
Per l'opposizione erano presenti solo Denis Bertolini (Valli Unite) e (Nerio Giovanazzi).
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COORDINAMENTO DONNE DI TRENTO
BIBBLIOTECA COMUNALE DI TRENTO
COMMISSIONE PROVINCIALE PER LE PARI OPPORTUNITA'
TRA UOMO E DONNA
NELL'AMBITO DELL'ANNO EUROPEO PER LE PARI OPPORTUNITA'
VI INVITANO
ALLA PRESENTAZIONE DELLA TESI DELLA DOTT.SSA ANNA GRAZIA GIANNUZZI
“La rifusione delle direttive comunitarie in materia di non discriminazione tra i sessi sul lavoro, nella vita delle istituzioni e nella partecipazione politica. Dalla gestione delle risorse domestiche essenziali alle quote rosa”
(Conoscere i propri diritti aiuta le donne a tutelarli)
INTERVERRANNO:
ISA CUBELLO: VICE PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA' TRA UOMO E DONNA
ANNA GRAZIA GIANNUZZI: AUTRICE DELLA TESI
DELIA VALENTI: PRESIDENTE DEL COORDINAMENTO DONNE DI TRENTO
MARTEDI' 16 OTTOBRE 2007
ALLE ORE 17,00
PRESSO LA SALA DEGLI AFFRESCHI
VIA ROMA 55 - TRENTO
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